mercoledì 25 gennaio 2012

Bobby Fisher against the world

MARTEDI' 31 GENNAIO 20.30 TUTTI AL CINEMA ODEON
(Piazza Strozzi) Firenze - PRIMA NAZIONALE

E' uscito il 23 gennaio nelle sale cinematografiche italiane il film-documentario di Liz Garbus dedicato a Bobby Fischer.
Una raccolta di immagini e di testimonianze che vanno a scavare nella controversa vita dello scacchista che riportò in occidente il titolo di campione del mondo di scacchi dopo decenni di dominio sovietico.
Un aspetto centrale ha il match di Reykjavik, in Islanda, del 1972 contro Boris Spassky, un evento che travalicando i semplici aspetti scacchistici impose gli scacchi all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale come mai prima (e dopo).
Da non perdere...

domenica 22 gennaio 2012

Mosse da uomo e mosse da computer

Analizzare i capolavori scacchistici del passato con un software scacchistico riserva sempre delle sorprese e, a mio modesto parere, rivela analogie e differenze tra la mente umana e l'intelligenza artificiale.
Consideriamo ad esempio la brillante partita giocata nel 1969 nell'ex Unione Sovietica tra Ostapenko e Yartsev, un incontro deciso da un crescendo di sacrifici. Potete vedere la partita a questo link.
Non è mia intenzione commentare l'apertura invero assai complessa, ma semplicemente chiedermi se dopo la mossa 24 del Nero esistano continuazioni migliori per il Bianco, che ha un pesante svantaggio di materiale, per assicurarsi la vittoria.

fig.1 Situazione dopo 24.Axh7+ Rh8

La risposta sembrerebbe negativa, visto anche l'esito della partita, risolta comunque positivamente dal Bianco, eppure Fritz 11, dopo pochi secondi di riflessione, sfodera l'agghiacciante 25.a3!!

Una scelta apparentemente sorprendente, che tuttavia è il frutto di una logica adamantina. Proviamo a ricostruire il 'pensiero' del mostro elettronico (vedi fig. 1): "Bene, Txc2 non è una minaccia a causa del controscacco Axc2. Pensiamo a dare matto o a riprendere il materiale sacrificato con gli interessi, senza dare scacchi senza scopo come fanno gli umani (salvo poi pentirsene dopo): basta che io porti l'Alfiere in g5 e poi in f6 ed è fatta, poichè il mio avversario può solo collocare la sua Donna in d4 (non c'è tempo per Dxa2) e cambiarla per il mio Alfiere quando questo sarà in f6, tanto le sue Torri sono così scoordinate che fanno pena. Ehi,.. un momento! Dopo 25.Ag5 Dd4 26.Ae4+ Rg8 28.Af6 Dxf6 29.Dxf6, quel bel tipo mi gioca 29. ...bxa2!,

fig.2 dopo 29.Ag5 bxa

così, mentre sudo sette camicie per fermare il pedone, lui riporta in gioco le Torri. Mmmhh..., facciamo così: gioco 25.a3 e blocco il molestatore.


fig.3 La mossa di Fritz 11 : 25.a3

Al mio avversario, se non gli viene un ictus, non resterà altro che 25. ...Tc5 per impedirmi la manovra d'Alfiere; il gioco proseguirà con 26.Axc5 dxc5 27.Axe4+, Rg8 28. Dg5+ Rh8
29. De5+ Rg8 30. Axa8 +/-

fig.4 dopo : 30.Axa8

così sono in vantaggio di materiale e mantengo l'attacco. Sono davvero forte! Dunque, ricontrolliamo... Tutto a posto, via!!! 25.a3".

Nella partita del 1969, l'essere umano, Ostapenko, dopo aver sacrificato entrambe le Torri, si avventa sul Re avversario, anche se non ha intravisto con precisone l'esito dell'attacco, poichè sa che qualcosa di buono ne verrà, fidando nell'intuito e nell'esperienza agonistica. (vedi partita)
Inoltre, egli non è immune da ansia e nervosismo, specialmente in una partita del genere, in cui l'attaccante sa che, se si lascerà sfuggire l'occasione per il colpo del KO, perderà banalmente a causa dell'inferiorità del materiale: il pensiero rivolto esclusivamente all'aggressività porta così a trascurare una mossa profilattica come 25.a3. Al contrario, l'imperturbabile scacchista al silicio, dotato indubbiamente di capacità euristiche più ampie, si concede con nonchalance un tratto di consolidamento pur con un paio di pezzi in meno e nel bel mezzo di opposti attacchi contro gli arrocchi eterogenei, in una sintesi ottimale di motivi tattici e strategici. Le mosse giocate dal Bianco in partita, con la conseguente peregrinazione del Re nero, suscitano tanta ammirazione in noi: l'austero professor Fritz le ritiene corrette, ma pur sempre una 'seconda linea'.
Macchina batte uomo dunque? Non è detta l'ultima parola: mi riprometto di tornare sull'argomento con degli esempi che attestano una superiore creatività e comprensione posizionale propria delle "nate a vaneggiar menti mortali".

Giulio Francalanci.

lunedì 16 gennaio 2012

sessantaquattro

segnaliamo volentieri ai nostri lettori la nuova iniziativa del blog scacchistico http://scacchiblog.blogspot.com : la rivista trimestrale "sessantaquattro".


Uno spazio per parlare di scacchi a 360° andando a spigolare in tutti gli ambiti: dalla letteratura alla scienza, dall'arte alla tecnica, e così via. Un'opportunità di divulgazione offerta a tutti coloro che vorranno collaborare e che invieranno i loro contenuti per la pubblicazione.
CLICCA QUI per scaricare il numero 1
puoi seguire "sessantaquattro" su www.monrealescacchi.it

A noi di Firenze scacchi la rivista è sembrata molto interessate e abbiamo deciso, pensando di fare cosa gradita anche agli autori, di “rubarne” un articolo e pubblicarlo qui di seguito:

gli scacchi ed il telegrafo

Samuel Morse
Nel maggio del 1844 Samuel Morse riuscì ad ottenere il brevetto per il suo telegrafo elettrico e, soprattutto, ad avere l’appoggio del governo statunitense per la diffusione e l’impiego di questo nuovo mezzo di comunicazione. Gli scacchisti non tardarono ad adottare questa nuova forma di trasmissione delle notizie per organizzare partite a distanza. Riguardo alla data della prima partita giocata per telegrafo c’è una controversia che coinvolge lo stesso Morse, il quale in una lettera indirizzata all’amico Louis McLane, scrive: «Quando ho parlato delle partite di scacchi giocate tra Baltimora e Washington per mezzo del mio telegrafo, la risposta unanime è stata: “Oh, ah, si, noi abbiamo fatto questo esperimento qualche tempo fa”.

Dopo pochi giorni che questa conversazione avvenne vidi annunciato con grande enfasi, su un giornale, di una partita giocata in Inghilterra come un segnale di una nuova era nel mondo degli scacchi. Ma la data indicata è quella di mercoledì e giovedì 9 e 10 aprile 1845, mentre la data della nostra prima partita di scacchi è il 5 dicembre 1844».
Secondo David Hooper e Ken Whyld (The Oxford companion to chess) la prima partita per telegrafo fu invece giocata proprio nel 1844 tra gli scacchisti di Washington e Baltimora utilizzando la prima linea telegrafica entrata in funzione.
A partire dai primi mesi del 1845 si hanno molte notizie di partite giocate per telegrafo: una squadra composta da Walker, Evans, Tuckett, Buckle e Perigal sconfisse l’accoppiata Staunton e Kennedy; lo stesso Stauton, secondo quanto riferisce la rivista Der Humorist (17 aprile 1845) giocò una partita da Londra contro Matthew B. Wood a Southhampton.
Il telegrafo ha un ruolo importante anche nella storia di una delle partite più note di ogni tempo,

la Partita Immortale giocata tra Anderssen e Kieseritzky a Londra nel 1851. I due giocatori si trovavano nella capitale inglese per partecipare al torneo internazionale indetto in quella città, tuttavia la famosa partita non fu giocata nel torneo, si trattò di una “semplice” amichevole disputata in occasione di un incontro conviviale presso il ristorante londinese Simpson's in the Strand.
Lo sconfitto Kieseritzky fu talmente colpito dalla bellezza della combinazione di matto attuata da Anderssen (che per la cronaca poi vinse il torneo internazionale) da volerla subito trasmette via telegrafo al proprio circolo scacchistico a Parigi. Successivamente lo stesso Kieseritzky la pubblicò sulla rivista La Régence (luglio 1851), di cui era editore e redattore. La denominazione di Partita Immortale si deve invece all’austriaco Ernst Falkbeer, proprio quello del famoso controgambetto, che così la definì nel 1855.

articolo è tratto dal n°1 Anno 1 di Sessantaquattro - 15 gennaio 2012

Chiunque voglia iniziare a far parte della rete informativa di “sessantaquattro” non ha che da inviare una mail a: bollettinosessantaquattro@hotmail.it
Auguri da Firenze scacchi per questa bella iniziativa